PRESENTAZIONE DEL LIBRO "Gesù è più forte della Camorra" di don Aniello Manganiello
Lunedì 8 luglio alle ore 19,30 presso il Chiostro di San Domenico di Fondi,
in largo Luigi Fortunato avrà luogo la presentazione
del libro di don Aniello Manganiello “Gesù
è più forte della Camorra” edito da Rizzoli nel 2011.
Ad organizzare l’evento l’associazione culturale fondana Chirone,
che si avvale del patrocinio del Comune di Fondi e la collaborazione del Parco
dei Monti Ausoni e del Lago di Fondi e della Libreria il Seme.
La presentazione del libro e incontro
con l’autore, vedrà, l’ex parroco del rione don Guanella di Scampia, don
Aniello Manganiello, intervistato dal giornalista e segretario dell’associazione
Chirone, Simone Nardone.
L’evento metterà in luce i punti
principali del lavoro di don Aniello che di fatto raccontano minuziosamente,
passando soprattutto attraverso le emozioni e le sensazioni provate durante esperienza
di vita e di parroco in una delle zone più difficili del nostro paese. Il
rapporto con i parrocchiani, quello con coloro che si volevano convertire, ma
anche quelli più difficili con la politica locale, e quelli altalenanti con la
Curia.
Poco meno di 250 pagine di una storia,
quella di don Aniello, fatta a sua volta di storie, di nomi e cognomi, di
volti, di
fede. Un’esperienza che sicuramente ha
cambiato la vita al prete guanelliano campano, ma che anche stravolto quella di
molti abitanti di Scampia.
L’evento si realizzerà anche grazie ai media
partner 26lettere.it, Radio Antenna Musica FM 92.2 e il periodico di Fondi La
Voce.
“Gesù è più forte della Camorra” – breve
recensione
Rizzoli, 2011
“Gesù è più forte della camorra” è il
diario in prima linea dei sedici anni napoletani di don Aniello, ma è anche un
richiamo forte a chi propone parole nobili – legalità, moralità, non violenza –
eppure si tiene lontano dalla realtà del quartiere. Una testimonianza
necessaria per capire cosa significa nascere, vivere e morire a Scampia.
Ci sono due modi di intendere la
missione apostolica in un territorio difficile come Scampia: uno è chinare la
testa, non esporsi, parlare solo se interrogati; l’altro è quello del padre
guanelliano don Aniello Manganiello.
Consiste nel vivere fianco a fianco con
gli abitanti del quartiere e condividerne i problemi, spostandosi sempre a
piedi perché “in macchina non puoi verificare se il tuo passo è cadenzato su
quello dei ragazzi”.
Sin dal primo giorno, don Aniello presta
aiuto ai malati di Aids e ai tossicodipendenti, conduce battaglie sociali a
favore di famiglie troppo frettolosamente etichettate come malavitose, visita
le case di camorristi veri e li ascolta, ne ottiene la fiducia e talvolta vede
persino compiersi conversioni e ripensamenti radicali. Con questi metodi, però,
diventa un personaggio scomodo: nel quartiere è oggetto di continue minacce,
fuori si fa nemici nell’Amministrazione comunale e negli alti ranghi
ecclesiastici, a suo giudizio non sufficientemente impegnati – nonostante i
proclami – dalla parte dei più deboli. Nel 2010, dopo l’ennesimo scontro, la
Congregazione dei padri guanelliani rompe gli indugi e decide di allontanare don
Aniello dal “suo” rione, riportandolo a Roma, in una parrocchia del borghese
quartiere Prati, dove aveva operato per anni.