venerdì 28 giugno 2013

COMUNICATO STAMPA 28/06/13

Presentazione libro "Gesù è più forte della Camorra"

L’associazione Chirone, rende noto che lunedì 8 luglio 2013 alle ore 19,30, presso il Chiostro di San Domenico, in largo Luigi Fortunato a Fondi, avrà luogo la presentazione del libro di don Aniello Manganiello “Gesù è più forte della Camorra”.

La presentazione del libro e incontro con l’autore, vedrà, l’ex parroco di Santa Maria della Provvidenza di Scampia, don Aniello Manganiello, intervistato dal giornalista Simone Nardone.

Una chiacchierata, che metterà in luce le difficoltà, le paure, ma anche le speranze che emergono dal lavoro del sacerdote “anti-camorra”, scritto a quattro mani con il giornalista Andrea Manzi.   Ma soprattutto una domanda, che ruoterà attorno al discorso, perché, o meglio, quando don Aniello, ha realmente capito che Gesù era più forte della Camorra, anche in un territorio dove di Stato ce n’è poco e niente, di fede forse ancor meno e dove la criminalità organizzata scandisce i ritmi della vita della maggior parte degli abitanti.

L’evento è patrocinato dal Comune di Fondi, e si realizzerà anche grazie alla collaborazione del Parco dei Monti Ausoni e del Lago di Fondi, della Libreria Il Seme e dei media partner 26lettere.it, Radio Antenna Musica FM 92.2 e il periodico La Voce.

“Gesù è più forte della Camorra” – breve recensione
Rizzoli, 2011

“Gesù è più forte della camorra” è il diario in prima linea dei sedici anni napoletani di don Aniello, ma è anche un richiamo forte a chi propone parole nobili – legalità, moralità, non violenza – eppure si tiene lontano dalla realtà del quartiere. Una testimonianza necessaria per capire cosa significa nascere, vivere e morire a Scampia.
Ci sono due modi di intendere la missione apostolica in un territorio difficile come Scampia: uno è chinare la testa, non esporsi, parlare solo se interrogati; l’altro è quello del padre guanelliano don Aniello Manganiello.
Consiste nel vivere fianco a fianco con gli abitanti del quartiere e condividerne i problemi, spostandosi sempre a piedi perché “in macchina non puoi verificare se il tuo passo è cadenzato su quello dei ragazzi”.
Sin dal primo giorno, don Aniello presta aiuto ai malati di Aids e ai tossicodipendenti, conduce battaglie sociali a favore di famiglie troppo frettolosamente etichettate come malavitose, visita le case di camorristi veri e li ascolta, ne ottiene la fiducia e talvolta vede persino compiersi conversioni e ripensamenti radicali. Con questi metodi, però, diventa un personaggio scomodo: nel quartiere è oggetto di continue minacce, fuori si fa nemici nell’Amministrazione comunale e negli alti ranghi ecclesiastici, a suo giudizio non sufficientemente impegnati – nonostante i proclami – dalla parte dei più deboli. Nel 2010, dopo l’ennesimo scontro, la Congregazione dei padri guanelliani rompe gli indugi e decide di allontanare don Aniello dal “suo” rione, riportandolo a Roma, in una parrocchia del borghese quartiere Prati, dove aveva operato per anni.